Due epoche, due maestri del cinema, un tema eterno: la giustizia sacrificata sull’altare del potere.

Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio e Giurato numero 2 di Clint Eastwood, pur essendo separati da oltre cinquant’anni, condividono una visione inquietante e attuale di come gli interessi personali e politici possano corrompere il sistema giudiziario.

La manipolazione spudorata nel film di Bellocchio

Nel capolavoro del 1972, restaurato in 4K, Gian Maria Volonté interpreta un cinico caporedattore di un quotidiano milanese. Con il suo carisma oscuro, costruisce un “mostro” da sbattere in prima pagina, trasformando un caso di cronaca in uno strumento di propaganda per influenzare le imminenti elezioni politiche. Bellocchio non risparmia critiche al giornalismo asservito al potere, mostrando come la verità possa essere piegata per manipolare l’opinione pubblica.

L’ambiguità morale nel film di Eastwood

In Giurato numero 2, Clint Eastwood affronta il tema in modo più sottile, ma altrettanto incisivo. Justin Kemp, il protagonista interpretato da Nicholas Hoult, si trova di fronte a un dilemma etico devastante: perseguire la giustizia o salvaguardare i propri interessi personali? Nel corso del processo, emerge un intreccio di decisioni egoistiche che compromettono il sistema giudiziario, dimostrando come anche le piccole scelte individuali possano avere conseguenze devastanti.

Un filo conduttore: il potere sopra la giustizia

Entrambi i film ci ricordano che il sistema giudiziario, idealmente imparziale, può essere manipolato da chi detiene il potere. Bellocchio denuncia questa dinamica in modo esplicito e politico, mentre Eastwood esplora il lato più intimo e umano della corruzione morale. In entrambi i casi, il messaggio è chiaro: la giustizia non è un valore assoluto, ma spesso una pedina nel gioco del potere.

Perché vederli oggi?

In un’epoca in cui le fake news e gli interessi personali dominano il discorso pubblico, Sbatti il mostro in prima pagina e Giurato numero 2 offrono spunti di riflessione potenti e necessari. Due opere da non perdere, che ci sfidano a guardare oltre le apparenze e a interrogarci sul valore della verità e della giustizia.