3 motivi per vedere “C’EST QUOI L’AMOUR?”

Al Festival del Cinema Francese di Firenze, France Odeon, due ospiti d’eccezione hanno conquistato il pubblico: il regista Fabien Gorgeart e la straordinaria Laure Calamy, che hanno presentato la spassosa commedia “C’est quoi l’amour?”.

Prima ancora di parlare del film, vale la pena sottolineare la simpatia e la disponibilità di entrambi: niente atteggiamenti da diva per Calamy, che resta una donna autentica, capace di mettere chiunque a proprio agio. Nonostante da dieci anni sia una delle attrici più amate e premiate di Francia, è rimasta quella Noémie buffa e tenera della serie Chiami il mio agente! – personaggio che l’ha lanciata verso una carriera brillante, tra commedie e drammi in perfetto equilibrio.

🎞️ Trama

Marguerite (Laure Calamy) vive una vita tranquilla con il suo nuovo marito Sofiane (Lyes Salem) e la figlia avuta dal suo ex, Fred (Vincent Macaigne). Tutto cambia quando Fred, spinto dalla sua nuova compagna Chloé (Mélanie Thierry), chiede a Marguerite di collaborare per ottenere l’annullamento religioso del loro matrimonio.

Quella che sembra una semplice formalità si trasforma presto in un viaggio folle e surreale tra tribunali ecclesiastici e confessioni improbabili, fino a un rocambolesco ricorso in Vaticano… o quasi.

💡 3 motivi per cui vale la pena vedere “C’est quoi l’amour?”

🎭 1. Roma… ma non troppo

La metà del viaggio raccontato dal film è ambientata a Roma. Tuttavia, chi la conosce bene noterà che gran parte delle scene non è stata realmente girata nella capitale. Nel periodo delle riprese, Roma era un enorme cantiere per i lavori del Giubileo e molte location sono state ricostruite in Francia, a Rouen, città natale del regista.

Le vere scene romane si limitano a un giro notturno in Vespa, qualche ripresa sull’autobus, un karaoke a Trastevere e la presunta visita in Vaticano (in realtà girata all’interno dell’ambasciata di Francia a Palazzo Farnese). Perfino l’hotel romano che tanti spettatori francesi hanno chiesto di visitare… si trova a Rouen! Un divertente gioco di specchi per lo Spettatore Romano, che potrà cercare la “Roma inesistente” del film.

😂 2. Una commedia irresistibile

Laure Calamy è in stato di grazia: con il suo sorriso contagioso e la sua energia travolgente riesce a tenere insieme un cast che strappa più di una risata, regalando ritmo e leggerezza.

Accanto a lei, Vincent Macaigne e Mélanie Thierry offrono interpretazioni spassose e intelligenti, tipiche delle migliori commedie francesi, capaci di unire ironia e profondità senza mai scivolare nel banale.

❤️ 3. La domanda delle domande: che cos’è l’amore?

Il titolo potrebbe far pensare a una risposta filosofica, ma Fabien Gorgeart non pretende di darne una. Anzi, invita ciascuno spettatore a trovarla da sé.

Dietro la comicità delle situazioni e l’assurdità burocratica, il film ci ricorda che amare significa accettare l’imperfezione: di sé, dell’altro, e persino della vita stessa.


🎬 Scheda tecnica

Regia: Fabien Gorgeart

Sceneggiatura: Fabien Gorgeart

Interpreti: Laure Calamy, Vincent Macaigne, Mélanie Thierry, Lyes Salem

Fotografia: Jeanne Lapoirie

Montaggio: Jean-Christophe Hym

Scenografia: Louise Le Bouc Berger

Musica: Gabriel des Forêts

Produzione: Petit Film, Deuxième Ligne

Distribuzione internazionale: Ginger & Fed

Distribuzione italiana: Movies Inspired

🎥 Chi è Fabien Gorgeart

Regista e autore francese, ha iniziato la sua carriera nel teatro come attore e assistente alla regia. Dopo numerosi cortometraggi premiati, nel 2017 ha esordito nel lungometraggio con Diane a les épaules. Il suo secondo film, La Vraie Famille (2021), gli è valso diversi riconoscimenti internazionali.

Con C’est quoi l’amour? torna a collaborare con Mélanie Thierry e affronta con ironia e delicatezza due temi universali: amore e fede.

🏆 Uscita e riconoscimenti

Il film, girato in gran parte a Rouen, ha già conquistato vari premi in Francia – tra cui il Valois della giuria e dell’attrice al Festival di Angoulême – e arriverà nelle sale francesi a marzo 2026, per poi approdare in Italia subito dopo.

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