3 motivi per vedere “Il mago del Cremlino” (nel 2026)

Le Mage du Kremlin di Olivier Assayas – Quando il potere diventa spettacolo

Si è conclusa a Firenze la XVII edizione di France Odeon, la festa del cinema francese che ogni anno accende la città con anteprime, incontri e grandi autori. Tra i film più attesi e discussi di questa edizione, uno in particolare ha catalizzato l’attenzione del pubblico e della critica: Le Mage du Kremlin di Olivier Assayas, tratto dal romanzo di Giuliano da Empoli.

Affollatissima la conferenza di presentazione del film – con Emmanuel Carrère e lo stesso Assayas – e tutto esaurito al cinema di oltre 400 posti per la proiezione di domenica pomeriggio: segno evidente che la riflessione sul potere e sulla sua rappresentazione continua ad affascinare e inquietare.

Tre motivi per cui vale la pena vedere Le Mage du Kremlin

1 – Una riflessione lucida e profonda sul potere

Il film non si limita a raccontare l’ascesa politica di Vladimir Putin: ne analizza i meccanismi, le strategie e le derive, offrendo una lettura più ampia e universale del potere come forza capace di manipolare, sedurre e distruggere. Assayas, con lo sguardo del grande autore europeo, mette in scena un vero e proprio laboratorio del controllo delle masse, dove la realtà si confonde con la propaganda.

2 – Il magnetismo del protagonista Vadim Baranov

Al centro del racconto non c’è Putin, ma Vadim Baranov (ispirato a Vladislav Sourkov), interpretato con intensità da Paul Dano. Figura enigmatica, intellettuale e stratega, Baranov è l’uomo che costruisce il potere più che esercitarlo: un personaggio affascinante, quasi dostoevskiano, che si interroga sul confine tra la creazione e la menzogna.

3 – Uno sguardo inedito sulla Russia e i suoi dieci anni di democrazia

Attraverso il racconto di Baranov, Assayas e Carrère compiono un viaggio nella società russa tra gli anni ’90 e 2000, quando il Paese, appena uscito dal crollo dell’URSS, sperimentava per la prima volta la libertà politica e mediatica. Un periodo di illusioni e ambizioni presto soffocate dal ritorno del potere assoluto, descritto con precisione e malinconia.

Un thriller politico di straordinaria attualità

Con la fotografia di Yorick Le Saux e la musica di Alessia Alberti e Valerian Denis, Le Mage du Kremlin si distingue anche per la sua potenza visiva e la tensione costante che attraversa ogni scena. Jude Law offre un’interpretazione gelida e inquietante di Putin, mentre Alicia Vikander dà corpo e respiro al personaggio di Ksenia, simbolo di libertà e disobbedienza.

Assayas, già autore di capolavori come Irma Vep e Sils Maria, firma qui un’opera matura e ambiziosa, capace di intrecciare politica, estetica e psicologia in un racconto che parla del nostro presente con rara lucidità.

Un successo fiorentino nel segno di Machiavelli

La proiezione fiorentina di Le Mage du Kremlin ha registrato il tutto esaurito, trasformandosi in uno degli eventi più seguiti del festival. Un successo che trova un’eco ideale proprio nella città di Machiavelli: non solo per la riflessione sui meccanismi del potere, ma per la consapevolezza, profondamente umanista, che ogni sistema politico nasce dal fragile equilibrio tra ambizione e paura, visione e manipolazione.

Assayas e Carrère, come nuovi osservatori del “Principe” contemporaneo, ci ricordano che la politica – ieri come oggi – resta il teatro più enigmatico della natura umana.


Scheda tecnica

Titolo originale: Le Mage du Kremlin

Regia: Olivier Assayas

Sceneggiatura: Olivier Assayas, Emmanuel Carrère

Genere: Thriller politico

Interpreti: Paul Dano, Jude Law, Alicia Vikander

Fotografia: Yorick Le Saux

Montaggio: Marion Monnier

Scenografia: François-Renaud Labarthe

Suono: Nicolas Cantin, Nicolas Moreau

Musica: Alessia Alberti, Valerian Denis

Produzione: Curiosa Films

Distribuzione internazionale: Gaumont

Distribuzione in Italia: 01 Distribution

Anno: 2025

Durata: 156 min

Lingua: v.o. sott. it.

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