La solitudine dell’estremo e il richiamo della montagna che non perdona

Scheda tecnica
Titolo: Hermann Buhl: Oltre ogni cima
Regia: Werner Bertolan
Genere: Documentario
Produzione: Italia / Mescalito Film
Anno: 2025
Durata: 60 minuti
Distribuzione: Mescalito Film
Introduzione
Raccontare l’alpinismo è già una sfida, raccontare Hermann Buhl è qualcosa di ancora più estremo. Perché di lui restano poche immagini, nessun video durante le imprese più leggendarie, quasi nessuna documentazione diretta. Solo fotografie scattate al ritorno da pareti considerate impossibili o la famosa immagine della sua piccozza con la bandiera piantata sul Nanga Parbat come unica prova della conquista.
Hermann Buhl è il mistero, la vertigine, l’ossessione. E questo film prova a raccontarne la leggenda, arrampicandosi tra testimonianze, ricostruzioni e archivi di memoria.
Trama
Attraverso interviste agli eredi, ai compagni di cordata superstiti e agli storici dell’alpinismo, il film ricostruisce la vita e l’anima di uno degli scalatori più radicali della storia. Una carriera fatta di imprese in solitaria, rischi oltre ogni logica e una tensione continua verso vette considerate irraggiungibili. Dal Nanga Parbat al Broad Peak, fino alla tragedia del Chogolisa in Pakistan, dove scomparve nel 1957, Hermann Buhl si è spinto dove nessuno aveva mai osato. Ma ogni cima ha un prezzo.
3 motivi per vedere Hermann Buhl: Oltre ogni cima
1. Le montagne come protagoniste assolute
Non sono solo panorami: sono creature vive, immense, quasi ostili. Le riprese restituiscono tutta la loro presenza schiacciante, il gelo del vento, il vuoto che separa un passo dal baratro. Per chi ama la montagna, questo film è una immersione pura; per chi non la conosce, un’occasione per capire perché qualcuno può rischiare tutto pur di raggiungere una vetta.
2. La sfida all’impossibile
Buhl non è stato solo un alpinista. È stato un uomo che ha scelto di sfidare il limite umano, spesso da solo, al di fuori da ogni protocollo. Il film ne racconta la determinazione feroce, quasi ossessiva, che lo portava a mettere in secondo piano tutto il resto: sicurezza, prudenza, persino la famiglia. Il suo alpinismo non era uno sport: era una vocazione totale.
3. L’imprevedibilità della montagna
Una caduta di 60 metri che non lo uccide. Una deviazione minima di cresta che gli sarà fatale anni dopo. Questo film ricorda con onestà crudele una verità che ogni alpinista conosce: la montagna non perdona. Può salvarti quando tutto sembra finito e punirti in un istante, senza un perché. La sua imprevedibilità è il filo conduttore di un racconto sospeso tra eroismo e destino.
Conclusione
Hermann Buhl: Oltre ogni cima è più di un documentario: è una riflessione sulla natura del rischio e sul cuore selvaggio dell’uomo. È il racconto di chi non si è arreso alla gravità né alle regole della vita comune, ma ha scelto la via più difficile: scoprire quanto in alto può arrivare un essere umano, prima che la montagna lo richiami a sé.
