Non succede, ma se succede… è una commedia romantica del 2019 diretta da Jonathan Levine, che unisce leggerezza, ritmo e qualche spunto di riflessione sorprendente. Ecco tre motivi per cui vale la pena guardarlo.

1. Una commedia brillante e dissacrante

Il film diverte, fa sorridere e scorre con un buon ritmo dall’inizio alla fine. Non cerca la perfezione del genere, ma riesce a intrattenere con battute sagaci, situazioni imbarazzanti e una freschezza che lo rende perfetto per una serata piacevole.

2. Una coppia improbabile e irresistibile

Charlize Theron incanta nei panni della raffinata segretaria di Stato americana, in corsa per diventare presidente. Al suo fianco, Seth Rogen è Fred Flarsky, un giornalista tanto idealista quanto imbranato. La contrapposizione tra eleganza e goffaggine funziona a meraviglia: da una parte il carisma magnetico di Charlize, dall’altra le debolezze di Fred, in cui non è difficile riconoscersi.

3. Una riflessione sul potere femminile

Dietro la leggerezza della commedia, il film apre uno spunto più serio: come sarebbe il mondo se ci fossero più donne al potere?

Guardando agli ultimi presidenti americani, non verrebbe spontaneo pensare che la protagonista del film sarebbe una scelta migliore di molti leader reali?

E se allarghiamo lo sguardo: in Italia oggi la leader sovranista al governo è una donna, e sono pochi quelli che vorrebbero al suo posto l’altro sovranista maschio Salvini.

In Europa, figure come Margaret Thatcher o Angela Merkel hanno segnato la storia più di molti colleghi maschi.

Immaginiamo la Russia con una leader donna al posto di Putin: avremmo visto le stesse guerre di conquista?

O la Corea del Nord con la figlia di Kim Jong-un che, secondo alcuni, un giorno potrebbe salire al comando: la speranza non è che le cose potrebbero andare meglio?

E cosa dire di una donna alla guida di paesi come Israele, l’Iran, la Cina?

La commedia ci porta quindi a una domanda quasi inevitabile: gli uomini non hanno già fatto abbastanza danni al mondo da meritare di lasciare più spazio alle donne?