Pubblicato nel 1957, La Ciociara è uno dei romanzi più celebri di Alberto Moravia. Attraverso lo sguardo di Cesira, una madre che cerca di proteggere sua figlia Rosetta durante i mesi drammatici della Seconda guerra mondiale, il libro restituisce la brutalità del conflitto e le cicatrici che lascia negli individui e nella società.

1. Un romanzo che parla anche al presente
Pur raccontando la Seconda guerra mondiale e la distruzione che colpì Roma e l’Italia, La Ciociara conserva una forte attualità. La vicenda di Cesira e Rosetta ci fa riflettere su come ogni conflitto sconvolga la vita quotidiana delle persone: famiglie costrette a fuggire, città svuotate, campi improvvisamente abitati da sfollati. È impossibile non pensare, leggendo queste pagine, alle analogie con le famiglie ucraine, ebraiche, palestinesi o di tante altre comunità che ancora oggi vedono le loro vite spezzate dalle guerre.
2. La voce di Cesira e lo stile di Moravia
Moravia sceglie di dare la parola direttamente a Cesira, e questo rende il romanzo avvincente, diretto, quasi confessionale. Non c’è alcuna retorica, ma un racconto “dal basso”, segnato da disperazione, paura e coraggio quotidiano. È proprio questo stile narrativo a trascinare il lettore dentro la storia, trasformandola in un’esperienza emotiva più che in una semplice cronaca letteraria.
3. Un affresco umano indimenticabile
Il romanzo ci regala una galleria di personaggi che raccontano l’Italia di quegli anni: i contadini del Lazio costretti a ospitare chi fugge dalla città, i soldati di diversi fronti incapaci di dare un senso alla guerra, e i singoli individui che cercano di sopravvivere tra fame, violenza e paura. Alcuni riescono a salvarsi, altri no, ma tutti restano segnati per sempre. Questo mosaico di umanità è uno dei motivi per cui La Ciociara continua a emozionare e a interrogarci.
👉 Per tutti questi motivi, La Ciociara non è solo un grande classico della nostra letteratura, ma anche un libro che continua a parlarci con forza e lucidità. Se amate le storie che sanno intrecciare emozione, riflessione e memoria storica, vale davvero la pena leggerlo (o rileggerlo).
