3 motivi per vedere “Una scomoda circostanza”

Darren Aronofsky, regista capace di scandagliare gli abissi dell’animo umano, torna con un thriller cupo e serrato che mescola violenza urbana, paranoia e la lotta disperata per la sopravvivenza. Una scomoda circostanza – Caught Stealing, in uscita oggi nelle sale italiane il con Eagle Pictures, mette al centro della storia Hank Thompson, interpretato da un intenso Austin Butler, ex promessa del baseball travolto da una spirale di sangue e inganni per un banale favore al vicino.

Yvonne (Zoë Kravitz) and Hank (Austin Butler) connect back at Hanks apartment in Columbia Pictures CAUGHT STEALING. photo by: Niko Tavernise

Con un cast stellare che affianca Butler a Zoë Kravitz, Regina King, Liev Schreiber, Matt Smith e Bad Bunny, Aronofsky costruisce un noir metropolitano che non lascia tregua e che ci ricorda quanto la normalità possa trasformarsi, in un attimo, in un incubo.


Tre motivi per cui vale la pena vederlo

1. Aronofsky in chiave thriller

Abituati a vederlo alle prese con drammi esistenziali e ossessioni interiori (Il cigno nero, The Whale), qui il regista spinge sul pedale dell’adrenalina. Non rinuncia al suo tocco psicologico, ma lo innesta in una storia di sopravvivenza che esplode in tensione, ritmo e violenza.

2. Un protagonista fuori ruolo

Austin Butler, dopo l’icona di Elvis, sorprende nei panni di un antieroe comune, fragile ma costretto a ingegnarsi per restare vivo. La sua interpretazione ci trascina dentro la paura, la confusione e la rabbia di un uomo che non ha mai chiesto di trovarsi in questa “scomoda circostanza”.

3. Un cast corale che sa graffiare

Zoë Kravitz porta eleganza e intensità emotiva, Regina King regala autorità e carisma, Liev Schreiber incarna con naturalezza l’ambiguità del potere, mentre Matt Smith e Bad Bunny contribuiscono con energia e imprevedibilità a rendere la pellicola ancora più magnetica.


Una scomoda circostanza – Caught Stealing è un thriller che non si limita a intrattenere, ma ci lascia con l’amara consapevolezza che la violenza può esplodere dal nulla, travolgendo chiunque. Un film che conferma Aronofsky come autore capace di reinventarsi senza perdere intensità.

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