Dal 17 aprile al 14 settembre 2025, il Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese ospita una delle mostre più ambiziose dedicate al rapporto fra mito, sacro e arte contemporanea.
Il percorso espositivo raccoglie circa trenta opere (installazioni, pitture, sculture, fotografia) provenienti dalle collezioni capitoline e da depositi raramente accessibili.

Ecco tre ragioni per cui questa mostra merita una visita:
1. Un dialogo contemporaneo con le domande universali
Il tema dell’esposizione — il mito e il sacro — non è trattato come mera evocazione storica: al contrario, è usato come lente per riflettere su questioni sempre attuali: vita, morte, rinascita, dolore, trascendenza, attesa.
La mostra è suddivisa in cinque sezioni tematiche: dal mito classico all’iconografia cristiana, dal rituale al simbolico, fino agli “idoli contemporanei”.
In questo modo, l’arte contemporanea si fa medium per interrogare la spiritualità senza prescrizioni dogmatiche, offrendo allo spettatore uno spazio personale di riflessione.

2. Opere raramente visibili e installazioni immersive di forte impatto
Molte opere esposte provengono da depositi o collezioni non sempre accessibili al pubblico, e alcune vengono esposte in questa occasione in modo eccezionale.
Una delle installazioni più suggestive è Cattedrale di Alessandra Tesi: 750.000 perle montate su 650 fili pendenti che creano uno spazio immersivo, quasi sacro, attraversato da proiezioni video.
Altre opere di grande effetto: lo scheletro in preghiera di Marc Quinn (una potente immagine vanitas contemporanea), il volto scintillante di Trascendente di Carlo Maria Mariani, e Goldfinger Miss di Mario Ceroli che gioca con la ripetizione iconica di Venere.
Questi lavori non sono semplici oggetti da guardare, ma spazi che coinvolgono la percezione, il corpo e l’immaginazione.

3. Un’esperienza culturale che valorizza Roma e il suo contesto spirituale
Questa mostra è promossa in occasione dell’Anno Giubilare 2025, e punta a investire di nuovo significato il rapporto tra Roma, arte e dimensione sacra.
L’esposizione valorizza le collezioni capitoline, integrando opere provenienti da musei di Roma come il MACRO, il Museo di Roma a Palazzo Braschi e le raccolte della Sovrintendenza.
Inoltre, la location — Villa Borghese e l’Aranciera — aggiunge valore: dopo la visita, si può proseguire con una passeggiata nel parco, magari riflettendo sulle opere viste mentre si gode di uno scorcio verde nel cuore della città.
