La pornografia come rivoluzione culturale, il desiderio come fenomeno collettivo prima di diventare esperienza individuale e solitaria. Diva Futura, diretto da Giulia Louise Steigerwalt, è un racconto sorprendente su un’epoca di cambiamento, tra illusioni e contraddizioni. Ecco tre motivi per cui vale la pena vederlo.

1️⃣ Pietro Castellitto e il ritratto di un visionario ingenuo
Nei panni di Riccardo Schicchi, Pietro Castellitto offre una delle sue interpretazioni più sfaccettate. Il suo Schicchi è un uomo pieno di contraddizioni: scaltro e ingenuo, provocatorio e rivoluzionario, ma anche attento alla sensibilità delle persone che lo circondano. Non è una semplice caricatura del produttore di Diva Futura, ma un personaggio umano, che crede nella propria visione e assiste impotente alla sua trasformazione in qualcosa di diverso da ciò che aveva immaginato. Castellitto riesce a restituire tutte queste sfumature con grande naturalezza.
2️⃣ Barbara Ronchi e l’anima del film
Se la narrazione di Diva Futura si muove agilmente tra più livelli temporali senza mai perdere coerenza, gran parte del merito è di Barbara Ronchi. Nei panni di Debora, la segretaria dell’agenzia, porta sullo schermo simpatia, ironia e un’umanità che danno spessore alla storia. La sua presenza è il filo conduttore che tiene insieme il film, rendendolo compatto e avvincente, senza mai perdersi nei continui salti temporali.
3️⃣ Tesa Litvan e una riflessione sulla nostra società
Se già in Settembre aveva colpito per la sua intensità, qui Tesa Litvan è semplicemente straordinaria. Il suo personaggio, Éva Henger, non mette a nudo solo il proprio corpo, ma anche tutte le contraddizioni della sua esistenza. Attraverso di lei il film ci porta a riflettere su un fenomeno che ha trasformato la nostra società: negli anni ’80 la pornografia era vissuta come trasgressione collettiva, un fenomeno di rottura culturale, mentre oggi è diventata un’esperienza privata e solitaria, consumata in silenzio grazie a Internet e agli smartphone. La sua interpretazione ci costringe a interrogarci: cosa è rimasto, oggi, di quel desiderio condiviso?
In sintesi: Diva Futura è molto più di un semplice biopic. È un ritratto sfaccettato di un’epoca, un’indagine sulle dinamiche del desiderio e una riflessione su come la sessualità sia cambiata nel tempo. Con tre interpretazioni di altissimo livello, una regia capace di fondere passato e presente e un racconto che non ha paura di affrontare temi complessi, è un film che sorprende e fa discutere.
