3 motivi per visitare “MAXXI BVLGARI PRIZE 2024”

La mostra MAXXI BVLGARI PRIZE 2024, aperta fino al 2 marzo 2025 al MAXXI di Roma, celebra il talento di tre giovani artisti con opere site-specific che interrogano la contemporaneità attraverso linguaggi innovativi. Ecco tre motivi per cui vale la pena visitarla:

1. Scoprire il futuro dell’arte contemporanea

La mostra mette in luce le opere di tre artisti selezionati per la loro capacità di esplorare temi complessi e attuali.

Riccardo Benassi, con ASSENZAHAH ESSENZAHAH, usa due cani robotici che eseguono coreografie accompagnate da musica e testi proiettati in laser. L’opera riflette sull’impatto delle tecnologie nelle nostre vite, trasformando l’interazione tra uomo e macchina in una danza simbolica che rappresenta la fusione di emozioni e automazione.

Binta Diaw, in Juroom ñaar, commemora un evento storico del 1819 in Senegal, quando sette donne del villaggio di Nder si sacrificarono per sfuggire alla schiavitù. Le colonne di carbone e le trecce di capelli evocano la memoria collettiva e il coraggio femminile, mentre i suoni e le voci in lingua Wolof immergono il visitatore in un’atmosfera che richiama la forza della resistenza culturale.

Monia Ben Hamouda, con Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X, usa pannelli di ferro incisi a laser e dipinti con spezie come paprika e ibisco. L’opera riflette sulla fragilità delle identità contemporanee, ispirandosi alla calligrafia islamica e ai rituali familiari. Attraverso l’uso di materiali deperibili, l’artista suggerisce il continuo mutamento delle culture e delle tradizioni .

2. Partecipare alla scelta del vincitore

Il pubblico è invitato a votare l’opera che ritiene più significativa, diventando parte integrante del processo di selezione. Questo coinvolgimento crea un dialogo tra visitatori e artisti, rafforzando il legame tra arte e comunità. L’opera vincitrice sarà acquisita nella collezione permanente del MAXXI, sottolineando il ruolo attivo del pubblico nel sostenere le nuove voci dell’arte contemporanea .

3. Un viaggio sensoriale tra memoria, tecnologia e identità

L’allestimento nella sala Gian Ferrari del MAXXI trasforma il percorso espositivo in un’esperienza multisensoriale che combina suoni, materiali e narrazioni visive.

• Le fragranze naturali delle spezie utilizzate da Monia Ben Hamouda evocano un rituale personale e collettivo che richiama le sue radici interculturali.

• I robot di Riccardo Benassi mettono in discussione la separazione tra vita reale e virtuale, indagando il rapporto tra tecnologia, emozioni e spazio domestico.

• Le colonne di Binta Diaw richiamano una spiritualità ancestrale che unisce passato e presente, suggerendo una riflessione sull’eredità e la lotta per l’autodeterminazione.

Queste opere creano una narrazione corale che esplora temi universali, come la trasformazione, la resistenza e l’interconnessione culturale .

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.