Il film, presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma, merita di essere visto per questi tre motivi:

1. Un viaggio struggente tra le ferite della Storia
Hey Joe racconta il peso delle conseguenze della guerra, focalizzandosi sulla complessa relazione tra Stati Uniti e Italia, rappresentata dalla storia di un padre americano e del figlio cresciuto a Napoli, tra le fila della malavita. La regia di Claudio Giovannesi ci porta nel cuore degli anni ‘70, un periodo in cui Napoli viveva tra contrabbando e ombre della guerra. Attraverso il personaggio di Dean Barry, interpretato da James Franco, lo spettatore si addentra in un racconto che esplora i traumi e le nostalgie irrisolte di chi cerca di recuperare un passato che non esiste più.
2. Una Napoli autentica e malinconica
Ambientato tra le strade e i quartieri più iconici di Napoli, il film riesce a catturare l’anima della città in un momento storico particolare. La presenza americana, il contrabbando e una città che si stava trasformando nella nuova società dei consumi fanno da sfondo a questa storia densa di atmosfere autentiche e realistiche. Le location in Calabria e a Napoli, con i loro colori e luci particolari, aggiungono profondità al racconto, immergendo lo spettatore in una Napoli cruda e viva, specchio dei sentimenti contrastanti dei protagonisti.
3. Un cammino per ritrovarsi
Il protagonista Dean Barry è descritto come un uomo in cerca di redenzione e di una casa dove tornare. Tuttavia si rende conto che la casa non è necessariamente quella che ha lasciato in America. Giovannesi costruisce un parallelo affascinante tra mito e realtà, tra la figura dell’eroe e la vulnerabilità dell’uomo. Questo contrasto tra epica e tragedia personale conferisce al film una profondità emotiva unica, ponendo domande universali sul senso di appartenenza e sulla possibilità di riconciliare il passato con il presente.
