3 motivi per vedere “Sulla Terra Leggeri”

1. Un Viaggio Onirico e Ipnotico nell’Animo Umano

“Sulla Terra Leggeri” offre un’esperienza cinematografica che va oltre la trama tradizionale, immergendo lo spettatore in un flusso onirico e frammentato di memorie e sensazioni. La narrazione, slegata dal tempo, riflette gli stati d’animo dei personaggi, e invita chi guarda a rispecchiarsi in eventi personali: amori interrotti, perdite (non solo di memoria), e vertigini emotive. Questa struttura unica e la combinazione di immagini evocative e non didascaliche, conferiscono al film una qualità ipnotica che cattura l’attenzione e la sensibilità dello spettatore, portandolo anche a rivivere ricordi della propria vita in modo intimo e profondo.

2. Rispetto e Recupero della Memoria Collettiva

La scelta della regista Sara Fgaier di integrare filmati d’archivio dimostra un profondo rispetto per la memoria collettiva. Piuttosto che creare nuove immagini, Fgaier recupera il passato e lo reinterpreta, dimostrando che a volte ciò che già esiste può rivivere con nuovo significato. Questo aspetto non è solo una scelta stilistica, ma un atto di celebrazione della memoria e della storia delle persone, in cui frammenti di altre epoche si intrecciano con la narrazione del presente, creando un dialogo temporale che arricchisce il senso dell’opera.

3. Un Racconto di Perdite e Riscoperte

Il protagonista Gian, interpretato con intensità da Andrea Renzi, affronta un viaggio interiore di riscoperta di sé, attraverso una dolorosa amnesia e il ricordo di un amore perduto. La sua indagine personale si trasforma in un percorso universale, in cui il superamento del lutto diventa un atto di rinascita e accettazione. Questo tema, sviluppato attraverso immagini e simbolismi, dona al film un significato profondo e offre allo spettatore una riflessione sul valore della memoria, sia personale che collettiva.

Bonus

Uno dei personaggi più intriganti del film è senza dubbio il tempo. In una scena evocativa nella quale compaiono i tre Gian in età diverse, in una stanza popolata di strumenti musicali, notiamo sul vecchio televisore un metronomo ed un orologio, simboli del tempo nel suo scorrere e nel suo ritmo. Tuttavia, il film suggerisce che non sia questa dimensione cronologica a scandire realmente la nostra vita, bensì una dimensione verticale, che ci fa volare o precipitare. È questa dimensione a determinare l’esperienza del tempo in modo profondo, mentre tutto il resto sembra destinato a un irrecuperabile oblio.

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