Un viaggio intimo e poetico negli ultimi giorni di Franz Kafka

1. Un affresco delicato di un amore senza parole
Il film ci regala un ritratto intimo dell’amore tra Franz Kafka e Dora Diamant, un legame che, a causa dell’avanzare della malattia dello scrittore, trascende le parole e si fonda su sguardi intensi e gesti significativi. Questo amore, pur nato in un contesto di apparente disperazione, diventa l’ultimo rifugio di felicità per Kafka, creando un legame emotivo che va oltre il dialogo verbale. La loro connessione cresce in profondità fino a permettere una comunicazione silenziosa, sostenuta anche dalle parole scritte di Kafka, e lascia nel cuore dello spettatore un’impronta commovente e poetica.
2. L’ultima felicità di un uomo tormentato
L’incontro con Dora Diamant trasforma l’ultimo anno di vita di Kafka, facendolo emergere dal peso della malattia e dell’oppressione familiare. Per la prima volta, Kafka vive una relazione che non solo lo accetta così com’è, ma gli offre uno spazio di libertà e comprensione. Ambientato tra il Mar Baltico e Berlino, il film ci fa assistere a un momento di serenità nella vita dello scrittore, regalando a Kafka una parentesi di profonda felicità che durerà fino alla fine dei suoi giorni, segnata da una semplicità e una leggerezza inedite.
3. Un omaggio visivo alla memoria di Kafka
Diretto da Judith Kaufmann e Georg Maas, L’amore secondo Kafka è un’opera visivamente curata, che immerge lo spettatore negli anni ’20 senza enfatizzare gli elementi storici. Le riprese e le scenografie riescono a creare un’atmosfera intima e autentica, puntando i riflettori sui personaggi e sulla loro vulnerabilità. Il film evita ogni forma di grandiosità visiva, scegliendo piuttosto una narrazione visiva delicata, capace di restituire il senso di una quotidianità semplice e sincera. Una scelta che rende omaggio a Kafka non solo come scrittore, ma come uomo che, pur nell’ombra della tubercolosi, trova la sua “gloria della vita” nell’amore di Dora.
