3 motivi per vedere “Modì – tre giorni sulle ali della follia” @romacinemafest

Johnny Depp, alla sua seconda prova da regista, ci offre uno sguardo intimo e tormentato su tre giorni nella vita di Amedeo Modigliani. Non una biografia tradizionale, ma un’ode cinematografica che risuona delle parole ironiche di Beatrice Hastings: “Art is the last word of fart” – una citazione che nel film perde forza nella traduzione italiana, ma che rimane l’eco tagliente della visione del film.

Di seguito, i tre motivi per cui MODÌ è un’opera da non perdere:

1. Un viaggio onirico tra genialità e follia

MODÌ non è una biografia convenzionale, ma un’immersione profonda nelle ultime 72 ore di un artista in crisi, dove realtà e allucinazione si fondono. Depp, con un tocco invisibile ma sempre presente, guida la narrazione come un fantasma che attraversa la vita di Modigliani. La storia non cerca di glorificare l’artista, ma di mostrarne la fragilità e il conflitto interno, esplorando l’angoscia e la tensione che segnano ogni suo gesto e decisione. Tra momenti di sfrenate visioni notturne e incontri inaspettati, Modigliani si dibatte tra l’impulso di fuggire e il richiamo dell’arte, in un viaggio che scava nelle sue paure più profonde.

2. Riccardo Scamarcio e il cast stellare

Scamarcio si fonde magistralmente con il personaggio di Modigliani, portando in scena un’artista dal fascino tormentato e vulnerabile, in bilico tra passione creativa e autodistruzione. Accanto a lui, un cast di grande livello impreziosisce il film: Al Pacino, produttore e interprete, presta la sua intensità al collezionista americano, mentre Antonia Desplat, Bruno Gouery e Stephen Graham contribuiscono a dar vita a un microcosmo umano che pulsa delle stesse contraddizioni e complessità del protagonista. Ognuno di loro, guidato da Depp, si muove in un equilibrio tra forza e fragilità, regalando interpretazioni che sanno essere incisive, ma mai sopra le righe.

3. La regia di Johnny Depp: una firma invisibile ma potente

Nonostante la presenza carismatica di Scamarcio, è la mano di Johnny Depp che imprime una visione unica al film, dando vita a un racconto fluido e visionario, quasi spettrale, che avvolge e coinvolge. La sua regia si insinua senza imporsi, lasciando che siano le immagini e i dialoghi a raccontare la disperazione e la passione di Modigliani. Il progetto stesso ha una storia tortuosa: basato sulla commedia Modigliani di Dennis McIntyre, nasce decenni fa come un’idea per Al Pacino, per poi tornare sotto la direzione di Depp, che dà vita a un’opera di notevole forza emotiva e visiva.

Conclusione

Modì – tre giorni sulle ali della follia è un’opera che trascende la biografia per diventare una riflessione viscerale sull’arte, sulla sofferenza e sulla condizione umana. Chi cerca un racconto autentico e coinvolgente troverà in questo film una testimonianza rara di come la follia e la genialità possano coesistere, anche solo per 72 ore, sulle ali della vita e della morte.

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