Ieri sera, al Teatro Ghione, Enrico Lo Verso ha dato vita a uno spettacolo che fonde poesia, musica e danza in un viaggio suggestivo attraverso i miti classici tratti dalle Metamorfosi di Ovidio. Grazie alla regia di Alessandra Pizzi e alla traduzione del latinista Nicola Pice, i racconti mitologici prendono nuova vita in un’opera ambiziosa e coinvolgente.
Ma perché vale davvero la pena vedere questo spettacolo?
Ecco tre motivi:

1. Un racconto eterno reso contemporaneo
I miti delle Metamorfosi – storie immortali come l’amore di Apollo e Dafne, il volo di Dedalo e Icaro, la bellezza di Narciso, e la vendetta di Pallade contro Aracne – fanno parte del patrimonio collettivo dell’umanità. In questo spettacolo, Enrico Lo Verso e Alessandra Pizzi riescono a rendere questi racconti classici accessibili e attuali, trasportando il pubblico in un mondo antico che parla ancora con forza ai sentimenti e alle emozioni contemporanee.
La narrazione di Lo Verso, unita alle traduzioni di Nicola Pice, ricostruisce i miti con una semplicità poetica che riesce a comunicare le profonde verità umane nascoste dietro ogni trasformazione e tragedia. Le storie mitologiche non sono solo antiche leggende, ma metafore della condizione umana, capaci di far riflettere anche lo spettatore moderno.
2. Un’esperienza multisensoriale: musica, danza e poesia
Lo spettacolo non si limita alla parola, ma coinvolge una varietà di elementi artistici che arricchiscono la narrazione. La musica, eseguita dal vivo, gioca un ruolo centrale grazie al pianoforte di Francesco Maria Mancarella, al clarinetto di Lorenzo Mancarella, e alla beatbox di Filippo Scrimieri (in arte BigByps). L’ospite d’eccezione, la pianista jazz Sade Mangiaracina, aggiunge una dimensione sonora inaspettata che rende il tutto ancora più evocativo.
Le coreografie aeree e a corpo libero di Marilena Martina donano movimento e fluidità alla scena, mentre le luci di tre luminarie richiamano l’atmosfera magica delle feste di piazza, creando un suggestivo connubio tra antico e moderno. L’integrazione di questi elementi rende Metamorfosi uno spettacolo che coinvolge non solo la mente, ma tutti i sensi, trasportando lo spettatore in una dimensione onirica.
3. Il carisma di Enrico Lo Verso e la sua connessione con il pubblico
Enrico Lo Verso, protagonista e narratore, ha un carisma innato che gli permette di catturare l’attenzione del pubblico dall’inizio alla fine. La sua capacità di mescolare calore e professionalità è evidente non solo durante la performance, ma anche fuori dal palcoscenico, dove accoglie gli spettatori come un premuroso padrone di casa.
Questa connessione diretta e intima con il pubblico rende lo spettacolo speciale. Non è solo una rappresentazione teatrale, ma un’esperienza condivisa. Lo Verso, infatti, non si limita a interpretare i personaggi, ma li rende reali e accessibili, scendendo dal palco alla fine dello spettacolo per salutare e scambiare impressioni con il pubblico. Questa vicinanza, sia fisica che emotiva, crea un legame unico tra attore e spettatore.
Conclusione
Metamorfosi – Altre storie oltre il mito è uno spettacolo che unisce classicità e contemporaneità in modo unico. La fusione di poesia, musica e danza permette di riscoprire i grandi miti di Ovidio sotto una nuova luce, mentre la forza evocativa di Enrico Lo Verso e la regia raffinata di Alessandra Pizzi rendono l’esperienza teatrale coinvolgente e memorabile.
Anche se ci sono stati momenti in cui la performance ha mostrato segni di stanchezza, il progetto resta ambizioso e interessante. L’intensità emotiva e artistica dello spettacolo, unita alla bellezza delle storie classiche, lo rende un evento che vale la pena vedere, per lasciarsi trasportare in un mondo antico e affascinante, capace di parlare ancora oggi ai cuori e alle menti di tutti noi.
